Intervento

Polo Friz: "Il museo all'ex Macello ci costerà un mucchio di soldi"

Secondo l'ex assessore oltre ai 2 milioni di euro per la sua edificazione, costerà agli aronesi circa 200mila euro all'anno di gestione

Polo Friz: "Il museo all'ex Macello ci costerà un mucchio di soldi"
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"Il museo all'ex Macello sarà minuscolo, costerà un mucchio di soldi e il bar sarà poco più grande di una Panda: vergogna". Nuovo affondo dell'ex assessore Matteo Polo Friz contro i candidati sindaci Alberto Gusmeroli e Federico Monti responsabili, secondo Polo, della futura creazione del museo intitolato a Fanny Usellini "con ingenti costi che graveranno sulle nostre tasche".

L'intervento

"Sul Giornale di Arona del 1° marzo - attacca l'ex assessore - è lo stesso signor Gusmeroli che, parlando del bilancio del comune, finalmente ammette che: “la parte corrente del bilancio in ogni comune è quella più delicata e Arona deve già oggi prevedere maggiori oneri per la gestione del museo di via Trieste”. È quindi ora di cercare di fare un po’ di chiarezza sul tema. Non è facile perché per un comune cittadino occorre raccogliere ed interpretare dati non di immediata interpretazione e anche io potrei ovviamente sbagliare ma ho fatto del mio meglio per essere accurato".

Si parte della dimensioni fisiche del museo: "Meno di 600 metri quadri: per intenderci il museo di Gallarate è di 5.000 metri quadri, quello di Vimercate è di 1.000 metri quadri. Ma è tutta superficie museale? No. Tolti vani scala, spogliatoi, magazzini, bagni, guardaroba (11 metri quadri circa, la superficie di mezza autorimessa), biglietteria e bookshop (20 metri quadrati circa, la superficie di una autorimessa) resta una superficie ad uso museale di un po’ meno di 400 metri quadri, suddivisi in 7 sale di cui 5 con una superfice media di una trentina di metri quadri. Questa è la reale consistenza di un museo che già per questo con tutta evidenza non sarà mai attrattivo perché vi potranno essere esposte pochissime opere".

I costi

Veniamo ai costi: "Il museo ci costa due milioni di euro, euro più, euro meno. Come ha specificato anche il signor Gusmeroli, graveranno ogni anno sul bilancio del comune, cioè sulle nostre tasche. Per quanto? I costi previsti sono superiori ai 150mila euro. Vi saranno entrate? Nei documenti che ho a disposizione si parla di circa 49mila euro. Ma sono previsioni realistiche? A mio avviso no. L’importo di circa 19mila euro per ingressi (ipotizzando il costo del biglietto a 6 euro) comporta una stima di poco più di 3.100 ingressi l’anno e cioè 260 ingressi al mese. L’affitto dell’area ristoro porterebbe 12mila euro, ma in base al conteggio delle superfici l’area bar mi risulterebbe avere una superficie, spogliatoio incluso, di poco superiore agli 8 metri quadri, più o meno come una Panda.

Ma chi pagherà 12mila euro per prendere in affitto un bar, grande come una Panda, nel quale i 260 visitatori al mese spenderanno direi 3 euro l’uno al bar, sempre che non siano già andati sul lungolago anziché in fondo a via Trento e Trieste, il che fa più o meno 9mila euro di incassi all’anno, cui sottrarre il costo del caffè almeno. Sempre dentro la Panda. A mio avviso si tratta di cifre irrealistiche. Io prevedo che i cittadini di Arona dovranno sganciare una cifra che si avvicina più ai 200mila che ai 150mila euro, all’anno si intende".

Il valore delle opere esposte

Polo contesta anche il valore delle opere esposte: "E poi cosa andremo ad esporre? Come ho detto è improbabile organizzare mostre attrattive in uno spazio così piccolo. Tenete presente che l’organizzazione di una mostra tematica richiede comunque dei costi aggiuntivi, anche molto consistenti, se le opere esposte sono di valore. Poi c’è la collezione permanente oggetto di una donazione da parte di un privato. Si tratta di 365 opere per le quali il donante stesso dichiara un valore di 931.200 euro, conferite a patto che il museo sia intitolato alla signora Fanny Usellini, figlia del famoso pittore aronese Gianfilippo. Mi sono chiesto se questa valorizzazione, attestata dal donante stesso, sia congrua. Ho fatto alcune verifiche su portali specializzati che raccolgono i risultati delle aste di opere d’arte. Personalmente ho trovato notevoli differenze. Cito fra tutti l’opera del 1954 di Mario Nigro “Sei variazioni dallo spazio totale” una serie di serigrafie riprodotte in 90 copie delle dimensioni di 68 centimetri per 48. Nell’elenco delle opere oggetto di donazione è valorizzata a 6.000 euro. Mentre la copia numero 44 è stata venduta in un’asta tenutasi a Brescia il 27 luglio 2020 a 700 euro. Come si spiega la differenza? È un caso isolato? È per questo che ho depositato un atto protocollato in comune qualche giorno fa in cui ho richiesto che si faccia chiarezza definitiva nominando una commissione indipendente di almeno tre esperti e che queste opere siano anche visionabili dai cittadini affinché si facciano anch’essi un’idea".

Polo sintetizza così la sua visione del futuro museo: "Sarà minuscolo, costerà un mucchio di nostri soldi, il bar è grande poco più di una Panda e le opere donate potranno essere esposte in misura ridotta. Ed inoltre è giusto avere una valutazione indipendente del valore di questa donazione perché così avremo una idea chiara del valore delle opere esposte in relazione ai costi che graveranno sulle nostre tasche. Corre l’obbligo a questo punto di confrontare tutto questo, che si prefigura come uno spreco dei nostri soldi, con la notizia che ho letto sui giornali in cui si spiega che l’associazione dei donatori di sangue aronesi, che sta investendo soldi propri in un nuovo immobile per svolgere la propria opera salvavita, per la seconda volta in quattro anni è stata esclusa dai contributi comunali nonostante contributi siano arrivati da Oleggio Castelo e Dormelletto. Come cittadino aronese trovo tutto questo sconvolgente. Una montagna di soldi verrà a mio avviso sprecata per il museo, 2 milioni per l’investimento e direi 200mila euro annui per la gestione, e non si trovano poche migliaia di euro per l’Avis? Ai signori Gusmeroli e Monti, che sono i responsabili di queste scelte politiche, non mi resta che dire: vergogna!".

 

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