Addio

Taccuino e penna sul feretro del giornalista trovato morto in casa dopo mesi

Stimato professionista, a Monza si era meritato il titolo di "re dell'autodromo", si è spento in solitudine a Novara

Taccuino e penna sul feretro del giornalista trovato morto in casa dopo mesi
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Una cerimonia intima e semplice per dare l'ultimo saluto a ventina di persone estremo saluto a Pier Attilio Trivulzio, il giornalista 83 originario del monzese trovato senza vita in casa dopo circa 8 mesi dal decesso.

La mobilitazione per il funerale

Una ventina di persone ha preso parte nel pomeriggio di oggi, mercoledì 17 maggio, al funerale del giornalista, celebrato nella chiesa del cimitero di Novara.

Una cerimonia di saluto fortemente voluta dai volontari della mensa del convento di San Nazzaro della Costa, che Trivulzio frequentava con regolarità. Inizialmente non era previsto infatti alcun funerale e nessuno si era fatto avanti per organizzare le esequie ma "non poteva essere seppellito senza neanche una preghiera" avevano spiegato i volontari.

"Veniva da noi tutti i giorni - aveva raccontato una di loro al Corriere di Novara - ma quando non si è più visto abbiamo pensato che si fosse trasferito a Monza, come ci aveva detto: voleva tornare nella sua terra dove stava per mettere a posto un piccolo appartamento. Mai avremmo potuto immaginare un epilogo così drammatico".

La cerimonia

Oltre ai volontari novaresi, hanno partecipato alle esequie alcuni colleghi del monzese, un fratello e una nipote che non vedevano l'uomo da circa 40 anni.

Particolarmente emozionante il momento in cui una collega giornalista ha posto sul feretro un taccuino, una penna e il pass dell'Autodromo di Monza, dotazione fondamentale per l'ultimo viaggio di Trivulzio che nella sua vita aveva collaborato con diverse testate tra cui L’Espresso, La Notte, Il Giorno e l’Ansa, e si era meritato il soprannome di "Re dell’Autodromo" nel mondo della stampa locale e motoristica.

"Era un numero uno del giornalismo"

Il collega monzese, Marco Pirola, lo ricorda così:

"Com’era come cronista? Bravo, indubbiamente - ha spiegato Pirola - Nel giornalismo sportivo era un asso, nella cronaca il numero uno. Ha lavorato per due anni su un’inchiesta che trattava dei rapporti tra i cinesi e la ‘ndrangheta. Ogni settimana uscivano pagine da incorniciare. Mica fuffa. Quando ero suo direttore mi ha fatto prendere 12 querele. Sono stato assolto da tutte quante. In tribunale si presentava con faldoni e documenti. Tutto quello che ha scritto, lo ha fatto a ragion veduta".

Parole di cordoglio le ha espresse anche Andrea Cremonesi, ex inviato della Gazzetta dello Sport ora addetto stampa per Aci Sport. "Come dimenticare Trivulzio - ha ricordato con commozione - E’ stato uno di quelli che mi ha accolto quando cominciai a fare questo mestiere nell’89. E’ stato il giornalista che più assiduamente ha frequentato l’autodromo, non solo quando c’era la Formula Uno. Non si perdeva nessun appuntamento domenicale, a partire dalla Formula Monza. Caratterialmente era una persona estremamente riservata, non amava parlare di sé. Ma quando si affezionava a qualcuno, gli rimaneva amico per la vita".

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