La storia

Trovato morto in casa dopo 8 mesi: avrà un funerale grazie ai volontari

"Gli daremo l’addio con una piccola cerimonia. Non poteva essere seppellito nella fossa comune senza neanche una preghiera"

Trovato morto in casa dopo 8 mesi: avrà un funerale grazie ai volontari
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Domani, mercoledì 17 maggio, alle 14, nella chiesa del cimitero di Novara, l’estremo saluto a Pier Attilio Trivulzio, il giornalista milanese di 83 anni trovato morto a otto mesi dal decesso nel suo appartamento a Sant’Agabio.

La mobilitazione

Raffaella Navarra, volontaria alla mensa del convento di San Nazzaro della Costa, che Trivulzio frequentava con regolarità, si è attivata affinché chi lo ha conosciuto a Novara possa accompagnarlo nell’ultimo viaggio.

"Veniva da noi tutti i giorni - racconta Navarra - ma quando non si è più visto abbiamo pensato che si fosse trasferito a Monza, come ci aveva detto: voleva tornare nella sua terra dove stava per mettere a posto un piccolo appartamento. Mai avremmo potuto immaginare un epilogo così drammatico".

Per Trivulzio non era previsto alcun funerale e nessuno si è fatto avanti per organizzare le esequie, "ma grazie alla generosità dell’impresa funebre Mittino potremo salutarlo cristianamente" precisa la volontaria novarese, che aggiunge: "Gli daremo l’addio con una piccola cerimonia. Non poteva essere seppellito nella fossa comune senza neanche una preghiera".

Trivulzio, che aveva collaborato con diverse testate tra cui L’Espresso, La Notte, Il Giorno e l’Ansa, si era trasferito a Novara, pur non avendo parenti e conoscenti nella città dove si è conclusa la sua esistenza.

Il ricordo del consiglio comunale di Monza

Come detto la Trivulzio era originario di Monza, dove lo scorso marzo era stata accolta con sgomento la notizia della sua scomparsa e delle tristi modalità del suo ritrovamento.

Nei giorni seguenti la consigliera comunale di Monza, Martina Sassoli, aveva voluto omaggiare in Consiglio comunale il cronista chiedendo un minuto di silenzio per colui che era considerato «il Re dell’Autodromo» nel mondo della stampa locale e motoristica. «Una penna che ha firmato anche inchieste scottanti sulla mafia, ma alla fine è morto in una situazione di indigenza, eppure tanto ha dato coi suoi articoli alla città di Monza e all’Autodromo e per questo è giusto che la città lo ricordi", aveva detto Sassoli.

La consigliera del Gruppo Misto aveva poi chiesto al sindaco di impegnarsi per tumulare la salma del giornalista trovato morto proprio dagli amici brianzoli a Monza, occupandosi anche delle esequie. Un impegno che il sindaco Paolo Pilotto aveva subito preso sul serio, precisando: "Parlerò con la famiglia per capire quali siano le loro volontà sulla tumulazione a Monza".

Evidentemente le cose sono andate diversamente ed è stato il mondo del volontariato novarese a prendere in mano la situazione.

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