Il racconto

Un medico novarese in Etiopia per aiutare i più deboli

Flavio Bobbio nei giorni scorsi ha raggiunto insieme alla moglie la città di Wolisso, dove per un anno sarà direttore sanitario dell’ospedale San Luca

Un medico novarese in Etiopia per aiutare i più deboli
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Classe 1961, originario di Novara, una lunga esperienza alle spalle in Africa, con Medici con l’Africa Cuamm.

Lo racconta il settimanale NovaraOggi

Partito per l'Etiopia il 18 febbraio

Il 18 febbraio Flavio Bobbio, internista, è volato verso Wolisso in Etiopia, dove per un anno avrà il delicato compito di direttore sanitario dell’ospedale San Luca, un ospedale di 200 posti letto, che nel 2022 ha realizzato circa 62mila visite ambulatoriali, oltre 10.400 ricoveri, 3.576 parti. Partito per la prima volta per la Tanzania nel 1990, dove è tornato più volte tra il 2003 e il 2005, nel 2016 è andato in Sud Sudan, uno dei paesi più fragili del mondo.

Con Bobbio è partita anche la moglie Ilaria. «Trentaquattro anni fa siamo partiti soli per la Tanzania e siamo tornati con la nostra prima figlia Marta – racconta – Le sensazioni e le motivazioni con cui partiamo oggi per l’Africa non sono molto diverse da quelle con cui siamo partiti nel febbraio del ‘90. All’epoca era caduto il muro di Berlino da tre mesi e si viveva nella speranza di un mondo in cui potessero finire le guerre. Oggi non abbiamo più quell’illusione, ma crediamo che la pace si costruisca comunque ogni giorno con il proprio lavoro. Pensiamo che questa nuova partenza sia l’espressione della voglia di continuare a lavorare per un mondo più buono».

"Sarà impegnativo ma stimolante"

Quella di Bobbio è una lunga esperienza professionale, che ancora una volta torna a mettersi a disposizione del Cuamm: «In 35 anni sia in Italia che in Africa ho vissuto situazioni cliniche, organizzative, relazioni professionali e umane molto variegate e complesse, che mi permettono di affrontare questo impegno con maggior consapevolezza e fiducia. Nonostante ciò ci sono sempre la trepidazione e la preoccupazione di affrontare il nuovo – confida Bobbio –. L’Africa è un grande continente e se anche ci sono caratteristiche comuni, abbiamo imparato che ogni Stato, ogni popolo e ogni cultura hanno peculiarità e storia proprie. Sarà impegnativo lavorare in un ospedale di un certo livello con colleghi etiopi e di altre nazioni, ma sarà anche stimolante e interessante e, spero, fonte di ricchezza interiore sia professionale che umana. Oggi si parte non solo con più esperienza, ma anche assieme al supporto delle tante persone del Cuamm che con il loro lavoro in Italia e in Africa garantiscono la continuità e la giusta direzione del lavoro di tutti».

Una situazione drammatica

In Etiopia gli ultimi due anni sono stati caratterizzati dagli effetti diretti e indiretti del conflitto nel nord del Paese, in particolare nella regione del Tigray, risoltosi a novembre del 2022, che ha devastato una parte del paese causando forti flussi migratori interni e lasciando la popolazione stremata. Tre lunghi anni di pandemia hanno indebolito un già fragile sistema sanitario e registrato una significativa riduzione dell’accesso agli ospedali.

A questo si aggiungono gli effetti della grave crisi globale che stiamo vivendo. Le conseguenze in Etiopia, come negli altri paesi africani, sono drammatiche: i prezzi dei beni primari e di base sono aumentati in modo vertiginoso, dal costo della farina e del latte a quello del carburante. I sistemi sanitari stanno tornando indietro di 10 anni. Nonostante tutto, nella South West Shoa Zone, dove si trova l’ospedale San Luca di Wolisso, è stato garantito il personale internazionale a supporto dei servizi critici, come la medicina interna, la pediatria e la direzione sanitaria.

La difficile situazione finanziaria data da un pesante aggravio dei costi non ha impedito l’entrata a regime della nuova neonatologia dell’ospedale. Per Medici con l’Africa Cuamm, infatti, la sfida è restare accanto alla popolazione africana nelle sue battaglie quotidiane, che diventano sempre più grandi. Per questo è ancora più importante continuare a dare continuità ai progetti e fornire assistenza sanitaria a chi ha più bisogno

Commenti
Cristiana

Ho lavorato con Bobbio per anni in Italia e l'ho sempre considerato un ottimo medico sia dal punto di vista umano che clinico. Auguri Flavio.

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