Cronaca

A Nebbiuno i lavoratori di Villa Cristina hanno fatto un sit in: la mobilitazione dei sindacati

L'agitazione sindacale dopo l'assemblea con i lavoratori.

A Nebbiuno i lavoratori di Villa Cristina hanno fatto un sit in: la mobilitazione dei sindacati
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Nella mattinata di mercoledì 13 marzo a Poggio Radioso davanti ai cancelli di Villa Cristina si è svolto un sit in dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali.

Il sit in dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali a Villa Cristina di Nebbiuno

Le rappresentanze dei lavoratori impiegati a Villa Cristina, clinica psichiatrica gestita dal gruppo torinese Orpea a Poggio Radioso, nella mattinata di mercoledì 13 marzo hanno protestato davanti ai cancelli della struttura per chiedere alcune migliorie. Davanti ai cancelli della struttura si sono dati appuntamento i rappresentanti sindacali delle tre sigle confederali, Cgil FP, Cisl FP e Uil FPL dopo un’assemblea con i lavoratori per un sit in.

"I lavoratori chiedono risposte all'amministrazione di Torino"

«I lavoratori chiedono risposte all’amministrazione di Torino - spiega Antonio Dellera, segretario Cisl FP del Piemonte Orientale - in merito all’armonizzazione del contratto collettivo nazionale». «Siamo qui per dar voce alle istanze dei lavoratori e delle lavoratrici di Villa Cristina - è intervenuta poi Barbara Mussi, della Cgil FP - i problemi riguardano l’organizzazione del lavoro, la mancata sostituzione del personale assente e il quadro delle ferie, e chiediamo la contrattazione di 2° livello. Nel 2023 è stato applicato un Contratto collettivo nazionale, ma non sono state risolte queste problematiche». «Che questo sit in - ha poi spiegato Marco Sarcinelli, della UIl FPL - sia uno stimolo per trovare delle soluzioni per i carichi di lavoro pesanti. Quelli che chiediamo sono interventi a costo zero, e dopo questo sit in speriamo che l’azienda possa ascoltarci».

La struttura ha un massimo di 110 posti letto e un centinaio di dipendenti

La struttura vergantina conta un massimo di 110 posti letto, ospita anche persone agli arresti domiciliari che debbano scontare la pena e pazienti psichiatrici, con un centinaio di dipendenti in totale dei quali una sessantina di personale sanitario. «Permane forte - avevano scritto in un comunicato congiunto le organizzazioni sindacali - da parte degli operatori appartenenti a categorie e professioni diverse, l’aspettativa oltre che di modifiche all’attuale assetto organizzativo, anche dell’apertura della contrattazione di secondo livello per arrivare in tempi brevi a definire un modello economico incentivante che possa dare prospettive di migliori condizioni economiche per i lavoratori, con un conseguente ritorno in termini di produttività per l’azienda».

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