Appello

Antico Molinetto di Bellinzago devastato da un rogo: "Facciamo in modo che risorga"

Una notizia che ha suscitato rammarico e nostalgia, ora in tanti chiedono che non si spenga l'attenzione su questo bene prezioso

Antico Molinetto di Bellinzago devastato da un rogo: "Facciamo in modo che risorga"
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L’antico “Molinetto” di Bellinzago è stato oggetto di un violento rogo che in poche ore ha ridotto buona parte dell'edificio in macerie.

Antico molinetto di Bellinzago devastato da un rogo

Un incendio ha divorato una parte consistente dell'antico Molinetto di Bellinzago danneggiando gravemente la sala macine, il magazzino e il tetto. Sul posto sono intervenute tre squadre dei vigili del fuoco e il gruppo Aib di Bellinzago con il supporto della polizia locale.

Stando alle prime informazioni trapelate sembra che l'incendio abbia avuto un'origine dolosa. Starà alle forze dell'ordine confermare questa ipotesi.

Come riporta il sito ilpiedeverde.it il Mulinetto, come il Mulino Vecchio, si trova inserito in un nucleo formato anche dal blocco residenziale e da locali di servizio quali pollai e porcili. Caratteristico è il ponte coperto sulla roggia, in prossimità del salto dell'acqua, mentre uno dei particolari da notare è la tavola in sasso murata nell'angolo verso la Roggia Molinara con iscrizione ''1783 fecit communitas Bellinzagi".

Di impianto probabilmente cinquecentesco, nel 1782 venne indicato in un appalto "per costruirlo di novo". Nel 1854 risulta invece "costruito in buona forma, ma inattivo per mancanza d'acqua". Attualmente è proprietà privata.

L'appello: "Non spegniamo l'attenzione su questo antico bene"

Su quanto accaduto e, soprattutto, su quanto accadrà nelle prossime settimane e mesi, si è voluto esprimere con forza Jacopo Colombo, direttore del Museo Civico Fanchini di Oleggio nonché grande conoscitore e divulgatore di storia e cultura locale. Questo il post che Colombo ha condiviso sui social ottenendo in poche ore già moltissime reazioni e condivisioni:

"E' stato importante spegnere le fiamme che lo hanno quasi interamente distrutto ma ancora più importante è non spegnere le luci dell’attenzione su questo antico bene che pur essendo attualmente di proprietà privata, ritengo essere un “bene comune”. Molti diranno “ormai é solo un vecchio rudere”, “non vale la pena”, “è mezzo crollato”. Ma questi sono luoghi della storia, della storia di tutti, custodi delle vicende di coloro che li hanno vissuti, scrigni di un passato destinato a non tornare, posti ancora intrisi del sudore di chi, per anni ed anni li ha conservati".

Il direttore del Museo Fanchini evidenzia poi alcuni aspetti storici:

"Nel 1619 nella Valle del Ticino venne 'fondata' la Roggia del mulino 'Molinetto': si trattava di uno scavo piuttosto impegnativo, lungo parecchie centinaia di metri, ma era il presupposto dell’acquisto di acque che il Comune intendeva effettuare. Per accelerare i lavori, nei primi tre giorni furono mobilitate anche le donne, lasciando in paese solo anziani e bambini piccoli: ben 550 persone scesero in valle a lavorare. In sette giorni la comunità aveva erogato 2.951 giornate lavorative gratuite, certamente ad un ritmo di lavoro impensabile, ma la Roggia doveva servire per uno scopo comune: dar vita al mulino".

Quindi l'appello finale: "Un mulino comune e un bene del Comune. Facciamo in modo che il mulino risorga e che ritorni ad essere un patrimonio comune. Un bene comune, un bene di tutti!"

Tanti messaggio di rammarico

Un messaggio che ha ottenuto larga condivisione: "Un sacrilegio - si legge in uno dei tanti commenti - Quel luogo era e resterà sempre sacro in chi ha rispetto, cuore e memoria della propria storia. Le ninfe delle acque saranno le sole a piangere il loro amatissimo, ultimo paradiso. Insieme alle fresche e chiare acque mai stanche di correre e di fare il proprio dovere affidato loro dalla dea Madre. Resteranno homeless scriccioli e infiniti altri esserini innocenti. Davvero un peccato".

E ancora, ha scritto qualcun altro: "In questi anni di camminate in valle, il molinetto era sempre uno dei luoghi più belli e suggestivi in qualsiasi stagione dell'anno! Non riuscivo a resistere al suo fascino, e ogni occasione era buona per scattargli una foto...speriamo che dopo l'incendio dell'altra notte, che l'ha ridotto ad un cumulo di cenere e rovine, si possa trovare il modo di farlo tornare a vivere".

Su quanto è accaduto si è espressa anche la direttrice dell'Ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore Monica Perroni: "Condivido il rammarico per la perdita del patrimonio culturale e storico della Valle del Ticino…e non solo perché è la storia dei nostri nonni. Oramai le azioni dell’essere umano sono incomprensibili e inaccettabili!"

Anche Corrado Beldì, direttore artistico della rassegna NovaraJazz ha voluto esprimere il suo dispiacere e al contempo un auspicio: "Speriamo che torni presto in vita, in questo meraviglioso mulino NovaraJazz ha portato tanti momenti di musica. Luogo magico, da ricostruire".

Le immagini

Inoltre alcuni hanno voluto condividere con la "comunità social" foto più o meno recenti (e in un caso anche un dipinto) di quel luogo così caro a tante persone.

mulino pierangelo pozzato 2
Foto 1 di 6

Foto di Pierangelo Pozzato

mulino pierangelo pozzato 1
Foto 2 di 6

Foto di Pierangelo Pozzato

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Foto 3 di 6

Foto Paola Benetton

mulino giuseppe bagnati
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Foto di Giuseppe Bagnati

mulino foto paolo rossi
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Foto di Paolo Rossi

silvano colombo
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Dipinto di Silvano Colombo

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