Borgo Ticino sgominati bracconieri ittici, Lndc: "Piaga che destabilizza l'ecosistema"
Un gruppo composto da 6 rumeni e 2 italiani è stato denunciato per bracconaggio ittico, immissione in commercio di alimenti non genuini, falsa documentazione e uccisione di animali.
Un fenomeno colossale che impoverisce i nostri fiumi e danneggia gravemente gli ecosistemi, oltre chiaramente a uccidere animali innocenti che avrebbero tutto il diritto di vivere liberi. Rosati: “Come sempre invito tutti a scegliere uno stile di vita vegano per non essere complici di queste crudeltà e per mostrare un reale rispetto per gli animali e l’ambiente”
La denuncia
Una vera e propria organizzazione criminale quella che è stata sgominata nei giorni scorsi dal nucleo Cites di Torino e dai Carabinieri Forestali di Torino e Novara nelle province di Novara, Varese, Milano e Ravenna. Un gruppo composto da 6 rumeni e 2 italiani è stato denunciato per bracconaggio ittico, immissione in commercio di alimenti non genuini, falsa documentazione e uccisione di animali. Gli uomini infatti erano dediti a pescare – utilizzando metodi vietati – in diversi corsi d’acqua del Piemonte, della Lombardia e dell’Emilia Romagna per poi trasferire il pescato in una cascina a Borgo Ticino, in provincia di Novara. Qui lavoravano il pesce in attesa di esportarlo nell’est Europa.
“La nostra Associazione si unisce alla denuncia già sporta dalle Autorità contro questi criminali per tali orribili reati”, fa sapere Piera Rosati – Presidente di LNDC Animal Protection. “Purtroppo non si parla abbastanza del bracconaggio ittico, ma questa è una piaga che affligge costantemente tutto il nostro Paese. La fauna ittica, come tutta la fauna, svolge un ruolo fondamentale nell’equilibrio degli ecosistemi e dell’ambiente e va tutelata e rispettata al pari di tutte le altre specie. Purtroppo, i pesci sono spesso considerati creature di serie B anche da chi si professa amante degli animali. Forse perché sono così diversi da noi, forse perché vivono letteralmente in un mondo diverso dal nostro, suscitano meno empatia e senso di protezione, ma anche loro ne hanno bisogno e ne hanno diritto.”
“Chiaramente, le persone coinvolte nel bracconaggio ittico non sono sottoposte ad alcun tipo di controllo sanitario e il pesce che immettono nel mercato non è assolutamente rispettoso delle norme igieniche per la tutela della salute dei consumatori. Oltre a questo, però, l’aspetto che più ci preoccupa è l’impoverimento delle specie ittiche presenti nei nostri fiumi e il conseguente impatto sugli ecosistemi. Nonché, ovviamente, il drammatico destino riservato agli animali pescati che invece avrebbero tutto il diritto di vivere le loro vite liberamente. Ecco perché, anche in questo caso, rinnoviamo l’invito a scegliere uno stile di vita vegetariano o vegano per non essere complici di queste crudeltà”, conclude Rosati