In casa nascondeva un arsenale: condannata una 69enne di Cavallirio
Tra le armi trovate dai carabinieri anche una mitragliatrice, 4 carabine e un fucile Remington
Sarà chiamata a rispondere di ricettazione e detenzione di armi una sessantanovenne di Cavallirio che i carabinieri hanno trovato in possesso di numerose armi anche da guerra.
Una condanna di 2 anni e 8 mesi
Chiamata a rispondere di detenzione e ricettazione, una donna di 69 anni di Cavallirio, M. A. D. G. le sue iniziali, è stata condannata a 2 anni e 8 mesi di reclusione. La sentenza è stata pronunciata la settimana scorsa dal tribunale di Novara, al termine del processo celebrato con rito abbreviato (sconto di pena di un terzo). A scoprire casualmente le armi, nell’inverno del 2022, erano stati i carabinieri nel corso di una perquisizione che avevano effettuato a casa della pensionata. I militari della stazione di Romagnano Sesia erano intervenuti su sua stessa richiesta. Si era detta tormentata da un nipote, già condannato per riciclaggio nell’ambito dell’operazione “Blood Sucker”, che pare stesse tentando di entrare in casa sua e lei non voleva.
In casa 4 carabine, un fucile, una mitragliatrice e altre armi
All’arrivo dei militari l’uomo si era allontanato, ma i carabinieri avevano deciso di procedere alla perquisizione dell’appartamento per andare in fondo alla questione. E così avevano trovato l'arsenale, anche militare. Nelle stanze della 69enne erano state recuperate quattro carabine, un fucile Remington poi risultato rubato, una carabina ad aria compressa e una artigianale, pure questa risultata rubata in provincia. Infine, un fucile FN Nato e una pistola mitragliatrice Skorpion di fabbricazione slava. L’arsenale era stato nascosto in due sacchi di iuta infilati sotto il letto, da cui spuntava la canna di un fucile, e sul posto erano poi arrivati anche i carabinieri di Novara, oltre alla Scientifica.
Assolto invece il nipote della donna
La donna si era giustificata dicendo che aveva trovato il tutto nei boschi della Madonnina e portato a casa senza sapere null’altro. Una storia poco credibile, tant’è che il giudice delle indagini preliminari aveva disposto la detenzione nella casa circondariale di Vercelli, oltre al sequestro di tutto il materiale. Il giudice, nel medesimo procedimento che la scorsa settimana ha portato alla condanna nei confronti di M. A. D. G., ha assolto il nipote e disposto il non luogo a procedere nei confronti di un terzo coimputato, un uomo di Cavallirio anch’esso coinvolto dalla sessantanovenne.