Il caso

L'appello disperato: "Vivo in macchina, ad Arona chiedo la mia dignità" - VIDEOINTERVISTA

L'uomo dorme da novembre nella sua Mazda al piazzale di fronte al campo sportivo

L'appello disperato: "Vivo in macchina, ad Arona chiedo la mia dignità" - VIDEOINTERVISTA
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L'appello disperato di Cristiano Ruffin, che da mesi ormai vive nella sua macchina ad Arona e chiede al Comune un aiuto per ricostruirsi un futuro nella città dove è nato.

Vive in macchina da mesi

Da novembre, da quando è tornato ad Arona, la sua città natia, vive in macchina nel piazzale di fronte al campo sportivo di via Montenero. Nella sua Mazda, un vecchio modello ormai fuori produzione, c’è quasi tutto ciò che gli resta nella vita. Un sacco a pelo, le salviette e l’acqua che utilizza per lavarsi, qualche documento, pochi vestiti e alcune coperte grazie alle quali dice di aver superato l’ultimo inverno.
"Sono nato ad Arona e qui ho vissuto per la maggior parte della mia vita - racconta l’uomo - ho fatto per 11 anni l’addetto alla pulizia delle caldaie, poi ho imparato a saldare e ho lavorato anche in aziende che si occupavano di muratura, montaggio tapparelle e piastrelle. Sempre qui nella zona tra Arona e Borgo Ticino. Poi, 21 anni fa, mi sono trasferito in Trentino Alto-Adige, dove è iniziato un capitolo nuovo della mia vita che mi ha portato a girare per lavoro in diverse parti del mondo. Fino a quel fatidico giorno in cui la mia esistenza è cambiata radicalmente. Uscendo dalla doccia ho avuto un mancamento e sono svenuto. Sono stato in coma e mi sono risvegliato solo dopo quasi otto mesi".

Il ritorno ad Arona dopo anni

Ruffin racconta di aver quindi maturato la decisione di tornare ad Arona per riavvicinarsi ai luoghi della sua infanzia. "Sono tornato sul lago Maggiore a novembre - sostiene l’uomo - e da allora vivo in macchina. Ho affrontato tutto l’inverno nella mia Mazda, perché dal Comune non ho ricevuto aiuto. Salvo il sostegno di alcuni volontari e di alcuni amici ho potuto contare solo su me stesso. Non avendo il requisito della residenza qui da almeno tre anni non posso nemmeno accedere alle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari. Dal momento che finalmente ho riottenuto la mia pensione di invalidità e da pochissimi giorni anche il reddito di cittadinanza, a breve riuscirò a rimettere insieme un’entrata che mi consentirà di cercarmi una casa autonomamente, ma alle istituzioni della città dove sono nato chiedo solamente dignità. Invece quando mi sono rivolto ai servizi sociali di Arona mi è stato detto che non avrebbero potuto aiutarmi perché non sono residente. Ed è vero: risulto ancora residente a Pieve Tesino, ma per ottenere il riconoscimento della residenza qui ad Arona devo possedere una casa o un contratto di affitto. E quindi si entra in un circolo vizioso".

La posizione del Comune

E nel frattempo dal Comune non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino Federico Monti e dell’assessora al Welfare Marina Grassani. "Si risponde che in questo momento il Comune ha delle difficoltà ad assegnare un alloggio - dice Monti - per il fatto che non ne ha a disposizione, per quanto riguarda le abitazioni dell’Atc invece ci sono delle graduatorie lunghissime, si parla di una cinquantina di persone in lista d’attesa, e per finire questa persona non ha residenza ad Arona e questo è un altro problema. Se gli assistenti sociali individueranno come dare un aiuto, sicuramente si darà una mano a questa persona". Pur senza scendere nei particolari della vicenda, Grassani ha voluto invece spiegare qualcosa in più sull’operato dei servizi sociali. "Premesso il dovere di attenermi alla privacy - scrive l’assessora al Welfare - che non mi consente di dare informazioni specifiche, e considerato che non conosco il caso del signor Ruffin, che si è rivolto al sindaco, è stata mia premura verificare lo stato dei fatti presso i servizi sociali. L’interessato è stato ricevuto in diverse occasioni, per l’ascolto dei suoi bisogni e le sue richieste. Successivamente, come da prassi, è stata contattata la sua assistente sociale di riferimento, territorialmente competente, in quanto lui è residente a Trento, ed è stato appurato che non tutto ciò che è stato raccontato dall'uomo corrisponde a verità. Indipendentemente da ciò, si è cercato un dialogo con il medesimo per potergli consentire di migliorare la sua attuale condizione di vita. Capita purtroppo spesso che le risposte del Servizio siano diverse dalle aspettative delle persone".

Il servizio completo sul Giornale di Arona in edicola fino a giovedì 27 aprile.

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