Ludo, morta a 15 anni al luna park: un anno dopo si attende la verità
Intanto nei giorni scorsi i suoi compagni le hanno scritto una lettera: "Anche se il tuo banco non c’è più, la tua presenza e la tua personalità sono ancora fra noi”
Volge al termine l’inchiesta aperta dalla Procura novarese all’indomani della tragedia avvenuta il 12 marzo 2022 al luna park di Galliate, dove è morta la liceale di Trecate, Ludovica Visciglia, di 15 anni, dopo che era stata sbalzata dalla giostra allestita in piazza Vittorio Veneto.
Il fatto
Nella serata di sabato 12 marzo Ludovica Visciglia si trovava con alcuni amici sul Tagadà. Ludovica, 15 anni, frequentava il primo anno del liceo classico Carlo Alberto di Novara e si era recata da Trecate a Galliate con gli amici e la famiglia per trascorrere un sabato sera alle giostre e festeggiare il suo compleanno. L’incidente è avvenuto proprio all'ultima corsa.
Le indagini
Dodici mesi dopo la disgrazia si attendono gli ultimi riscontri da parte del consulente incaricato dalla Procura, Federico Colacino, che nell’inverno dello scorso anno aveva depositato la prima parte della documentazione.
Nelle settimane precedenti era iniziato sul luogo della tragedia il suo lavoro proprio per cercare di fare luce sulle cause. Un lavoro che si è protratto per tutto il tempo previsto dalla legge. Al centro dell’attenzione quei due o tre alberi pare troppo vicini all’attrazione e che avrebbero originato l’incidente mortale: si è parlato di poco più di venti centimetri dal piatto rotante.
Ludovica, quella sera dell’anno scorso, potrebbe aver sbattuto il capo contro uno di essi prima di accasciarsi quando la giostra si era fermata e di essere soccorsa dagli amici. La morte era sopraggiunta il giorno dopo in ospedale.
Ma i carabinieri avrebbero anche ipotizzato che la giostra, in quel momento guidata dal figlio minorenne del proprietario, potesse andare ad una velocità superiore a quella consentita.
La struttura in metallo sarebbe stata, insomma, troppo vicina all’albero per essere sicura, così come aveva dichiarato a Novara Oggi la legale he assiste la famiglia Viscigilia, l’avvocato Antonella Lobino: «La perizia, che reputo inconfutabile, ha avvalorato i miei primi sospetti. E’ emersa una carenza dei controlli che avrebbero dovuto essere fatti per legge ad una struttura, peraltro, che non era corrispondente alle caratteristiche che avrebbe dovuto avere».
Gli indagati
Al momento sono soltanto supposizioni che andranno successivamente provate in aula. Iscritte sul registro degli indagati ci sono attualmente cinque persone con l’ipotesi di accusa, sostenuta dai pubblici ministeri Paolo Verri e Giovanni Castellani, di concorso in omicidio colposo. Sono il sindaco di Galliate, Claudiano Di Caprio, il comandante della polizia locale, Angelo Falcone, Dario Allegretti, il professionista che ha firmato l’autorizzazione per l’installazione della giostra, il proprietario della stessa e il figlio diciassettenne. Di lui si occupa, per competenza, la Procura dei minori.
Il ricordo degli amici
Intanto lo scorso 8 marzo, sarebbe stato il compleanno di Ludovica. Ad un anno di distanza dalla tragedia, i suoi compagni di classe della II B del Liceo classico e linguistico Carlo Alberto di Novara le hanno voluto scrivere una lettera. Hanno “Ludo” nel cuore, hanno tanti ricordi da condividere, turbati da quel senso di ingiustizia profonda che subentra quando una ragazza di 15 anni, pronta ad aprirsi al mondo, se ne va in un modo assurdo, irreale, incomprensibile.
La lettera
“Sono cambiate tante cose. Una nuova classe, nuovi professori, nuovi compagni: ti saresti trovata bene, tu che eri così curiosa e aperta a sfide che ti mettessero alla prova”. Inizia così la loro lettera, come se Ludo fosse lontana, ma non irraggiungibile. Ancora coinvolta in prima persona, pronta a sostenere le sue battaglie per i diritti delle donne o per cercare di capire una guerra difficile da comprendere, ancora in corso e, un anno fa, appena iniziata".
E ancora: “Non molliamo: il tuo carattere solare, la tua disponibilità, la tua vitalità, ma anche la tua determinazione e ambizione ci danno la forza di trasformare il dolore in una spinta a vivere, insieme. L'entusiasmo che ti animava – scrivono - ci ha coinvolto e ci ha aperto un nuovo modo di guardare le cose, meno privato e più politico”.
Insieme hanno capito di essere “un grande gruppo di cui fai parte anche tu, con cui abbiamo sperimentato e imparato molto”.
Nello scritto c’è anche spazio per i ricordi personali, momenti passati che rivelano tanti rimpianti e alcuni sprazzi di nostalgia, che iniziano già a velarsi di tristezza.
“Anche se il tuo banco non c’è più, la tua presenza e la tua personalità sono ancora fra noi”: è la loro certezza.