La ricerca riprende

Sì a sperimentazioni invasive sui macachi: Consiglio di Stato respinge ricorso della Lav

Riconfermata la validità dell’autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute.

Sì a sperimentazioni invasive sui macachi: Consiglio di Stato respinge ricorso della Lav
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Sì a sperimentazioni invasive sui macachi: Consiglio di stato respinge il ricorso della Lav. Le Università di Torino e Parma: “Ci auguriamo ora il miglior successo della ricerca a beneficio del progresso delle conoscenze e della salute dei pazienti”. Lo riportano i colleghi di primatorino.it 

Sì a sperimentazioni invasive sui macachi: Consiglio di stato respinge il ricorso della Lav

Il Consiglio di Stato ha riconfermato in via definitiva la validità dell’autorizzazione rilasciata dal Ministero della Salute per il progetto “Lightup”, dell’Università di Torino, condotto in collaborazione conl’Università di Parma per una necessaria fase di sperimentazione su macachi.Essendo stati accertati univocamente, fino al massimo grado della giustizia amministrativa, la validità dell’autorizzazione ministeriale e il rigoroso rispetto di tutte le norme in materia di tutela del benessere animale,la ricerca può riprendere senza più ostacoli.

Ritardo nelle attività progettuali e false accuse

Nell’esprimere soddisfazione per la favorevole conclusione della vicenda, che conferma quanto già espresso in precedenza dal TAR Lazio sulla piena legittimità del progetto e delle valutazioni Ministeriali su di esso, le Università di Torino e Parma sottolineano con preoccupazione e rammarico il considerevole ritardo accumulato (ben 20 mesi) nelle attività progettuali, nonché le false accuse che sono state rivolte contro dottorandi, ricercatori, personale e istituzioni pubbliche a causa della campagna denigratoria che, per alcuni tratti, ha travalicato i limiti del confronto sereno e del reciproco e doveroso rispetto su questioni tecnicamente complesse e con indubbi, delicati, risvolti etici, sfociando anche in minacce, aggressioni e deturpazioni perpetrate su suolo ed edifici pubblici delle città e degli Atenei coinvolti. Episodi alimentati da notizie che le sentenze di merito di TAR e Consiglio di Stato hanno definitivamente sancito come infondate.

In attesa di leggere le motivazioni, la pronuncia prova oltre ogni ragionevole dubbio l’inattaccabile solidità e correttezza sul piano etico, tecnico-scientifico e formale non soltanto del progetto ma anche dell’iter autorizzativo svolto dagli organismi competenti, Ministero della Salute in primis.

Le Università di Torino e Parma si augurano ora il miglior successo della ricerca a beneficio del progresso delle conoscenze e della salute dei pazienti, auspicando che la vicenda rimanga un monito in merito alle necessarie tutele istituzionali che devono essere garantite alla libertà di ricerca entro il rigoroso rispetto dei principi etici e morali.

Il commento della LAV

Di parere contrario la LAV che ha avviato il ricorso:

Il Consiglio di Stato ha deciso: possono riprendere dopo alcuni mesi gli esperimenti sul cervello dei macachi chiusi nello stabulario dell’Università di Parma. Finite, per loro, le speranze di salvezza.

Abbiamo combattuto una battaglia per oltre due anni, contro i giganti favorevoli alla sperimentazione animale. Una lotta con cui abbiamo svelato ciò che accadeva in quei laboratori, per questo studio autorizzato all’Università di Torino, finanziato con fondi europei.

In questa lunga campagna d’informazione e denuncia numerosi esperti scientifici e legali hanno sostenuto la richiesta DELLA LAV di fermare la sperimentazione e liberare gli animali.

Il Consiglio di Stato ha nei mesi scorsi sospeso lo studio “Light-up” per ben due volte, fatto unico nella storia del nostro Paese, sottolineando che non era stata sufficientemente argomentata la impossibilità di ricorrere ad altri metodi, e che l’eventuale perdita dei fondi legati al progetto era secondario “rispetto alla cecità provocata in sei esseri senzienti, con indubbia sofferenza”.

Oggi non ha perso solo la LAV, e gli oltre 440’000 cittadini che hanno aderito alle nostre richieste, ha perso tutta la ricerca, ha perso l’Italia dove si continua a voler difendere una sperimentazione fuorviante, dispendiosa e ancorata al passato, a discapito del diritto e della vita di tutti e dei metodi innovativi di ricerca.

Non ci fermeremo qui; abbiamo contribuito ad accendere i riflettori su quanto avviene dietro le porte chiuse dei laboratori, e noi faremo in modo che restino accesi.

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