Pombia

Si introducono in chiesa di notte e rubano le reliquie dei Santi

Tra le ipotesi al vaglio c'è anche quella del satanismo

Si introducono in chiesa di notte e rubano le reliquie dei Santi
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La notte tra il 2 e il 3 novembre, la Chiesa di San Vincenzo in Castro, a Pombia, è stata violata. Grazie all’impianto di allarme nella chiesa, i carabinieri hanno potuto constatare che il furto è avvenuto intorno all’una e mezza di notte.

Lo racconta Il Giornale di Arona

"Non ci sono telecamere"

«L'impianto ha solo rilevato che effettivamente qualcuno è entrato – spiega don Fausto Giromini, parroco di Pombia e Varallo Pombia - ma nella chiesa non ci sono telecamere di sorveglianza. I carabinieri però stanno controllando le telecamere del Comune e stanno visionando i filmati».

I ladri sarebbero dunque entrati sfondando la porta, sfasciando completamente il portoncino d'ingresso al cortile della vecchia casa parrocchiale per poi forzare la porta della sacrestia e introdursi in chiesa. I colpevoli, ancora ignoti, hanno rubato diversi oggetti di valore, non tanto economico quanto spirituale: «Hanno portato via – prosegue il parroco - tre calici, una casula, diversi candelieri e due ostensori. Hanno anche tentato di forzare il tabernacolo, ma senza riuscirci».

La prima persona a prendere atto del furto è stata una volontaria, giunta in chiesa la mattina successiva, che ha subito avvisato il sacerdote. «Ho chiamato i carabinieri per fare la denuncia e loro, tempestivamente, sono venuti a controllare».

Le reliquie: i crani di San Vincenzo e San Defendente

Ma quello che risulta strano e allarmante è stato il furto di due oggetti che hanno un alto valore spirituale, ma che non valgono altrettanto dal punto di vista pecuniario: «Siamo stati derubati – specifica don Giromini - di due reliquie particolari, ovvero di due crani: uno di San Vincenzo e l'altro di San Defendente». Un furto che farebbe pensare più a riti e usanze sataniche che a un’azione volta al guadagno economico. «Non hanno scelto le cose artisticamente più preziose ma quelle più scenografiche. Hanno rubato una casula moderna e non altri oggetti più antichi. Quindi, o non hanno saputo dare valore agli oggetti che hanno trovato in chiesa, oppure l'impressione è davvero di qualcosa di satanico».

Un fatto, in realtà, non nuovo nella zona: nel 2018 anche la chiesa di San Marcello a Paruzzaro, proprio alla fine di ottobre, in prossimità della festa dei morti, era stata profanata e forse utilizzata per compiere riti satanici. Erano state rubate anche le reliquie di San Bernardo d’Aosta.

Ciò che affligge don Giromini non è tanto la perdita economica, quanto il forte simbolismo di fede e devozione legata a quegli oggetti sacri: «Noi siamo assicurati – conclude il sacerdote - ma bisogna distinguere tra il valore economico e il valore artistico e spirituale. È difficile dare un valore economico a reliquie come i teschi, ma certamente avevano un significato importante per la fede di una comunità. Sono reliquie che non possono essere sostituite. Lo stesso vale per i calici: li sostituiremo con oggetti moderni che avranno anche la stessa funzione, però certamente non lo stesso valore».

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