Funivia crollata

Strage Mottarone, Eitan scopre l'amara verità: "Mamma, papà e fratellino non ci sono più"

"Sta lentamente apprendendo quello che è accaduto, attraverso la famiglia e gli psicologi che gli sono accanto"

Strage Mottarone, Eitan scopre l'amara verità: "Mamma, papà e fratellino non ci sono più"
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La tragedia della funivia del Mottarone avvenuta lo scorso 24 maggio e che ha causato 14 vittime, non ha ancora un colpevole. E mentre proseguono le indagini, il piccolo Eitan, unico sopravvissuto all’incidente, è venuto a conoscenza della triste verità: "Sta lentamente apprendendo quello che è accaduto, attraverso la famiglia e gli psicologi che gli sono accanto".

Eitan scopre la triste verità

Il  piccolo di soli 5 anni, è stato dimesso all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, ed è tornato a casa a Pavia con la zia. Eitan, aveva già chiesto dei suoi genitori il giorno dopo la tragedia, ma è solo da poco che ha scoperto la veritàPapà Amit, mamma Tal, il fratellino Tom e i bisnonni non ci sono più. Sono tra le 14 vittime della cabina della funivia precipitata sul Mottarone.

Ora, grazie anche all’aiuto di zia Aya Biran, sorella del papà, il piccolo ha iniziato ad apprendere cosa è realmente accaduto in quella drammatica domenica di maggio. Una tranquilla gita fuori porta trasformatasi poi in una vera e propria tragedia.

"Gli è stato spiegato quello che è successo, con le modalità concordate dai medici, dagli specialisti e dai familiari. Si tratta di processi molto lunghi ed estremamente delicati", ha riferito l’avvocato Cristina Pagni, legale dei familiari del bimbo israeliano.

Le sue condizioni

Eitan, dopo alcuni giorni passati tra la vita e la morte, oggi sta meglio. La prognosi è stata sciolta, ma il suo recupero sarà ancora lungo. Soprattutto a livello psicologico. Finora non sembrava ricordare nulla del crollo della funivia e per questo i medici procederanno con un approccio graduale. Non sarà facile per lui accettare che la mamma, il papà, il fratellino Tom e i bisnonni non ci siano più.

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