Presentazione

Beppe Codini a Mezzomerico per raccontare la storia di "Gianfry l'eremita"

Appuntamento stasera, venerdì 12 luglio, alle 21 in sala consiliare

Beppe Codini a Mezzomerico per raccontare la storia di "Gianfry l'eremita"
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Questa sera, venerdì 12 luglio 2024, Beppe Codini presenterà a Mezzomerico il suo libro "Gianfry - L'eremita scalzo della Val Grande" (Alberti editore). Per l'occasione verranno proiettate foto d'archivio dell'autore. Un incontro organizzato dalla libreria Lazzarelli e dalla biblioteca locale, che ospiterà l'appuntamento.

Beppe Codini a Mezzomerico

Un personaggio che esprime l’anima della Val Grande e un libro che racchiude una storia di vita. Beppe Codini, ingegnere, torinese di nascita ma novarese di adozione, appassionato di montagna e innamorato della Val Grande, racconta e scrive da sempre: ora è sugli scaffali con una nuova pubblicazione, “Gianfry - L’eremita scalzo della Val Grande” (Alberti Libraio Editore con fotografie dell’autore e di Pierluigi Bellavite). Sarà presentata domani, venerdì 12 luglio, durante l’incontro promosso dalla Libreria Lazzarelli e dalla biblioteca ospitante: appuntamento alle ore 21 nella Sala consiliare di Mezzomerico (via Dante Alighieri 9/A).

La storia

Beppe Codini ritorna ancora una volta in Val Grande per raccontare una figura umana, semplice ed emblematica, che rimarrà per molto tempo ancora nei ricordi della valle.

“Un eremita come tanti delle nostre montagne dove anonimi uomini, e anche donne, hanno scelto di allontanarsi dalla cosiddetta civiltà per vivere la loro vita in piena solitudine, a contatto con la natura e contando solo su sé stessi. In Val Grande uno di loro ha fatto scuola, in un modo tutto suo, unico e forse inimitabile. Gianfranco Bonaldo, meglio conosciuto come “Gianfry”, milanese, autista di scuolabus a Sesto Calende, vi trascorre ben 17 anni, non solo come eremita ma anche come uno stoico d’altri tempi. Camminando sempre scalzo, vestito con un poncho di tessuto grezzo e vivendo strettamente di quello che gli offriva la natura, di quello che gli escursionisti avanzavano o che gli lasciavano di proposito. Poche pagine per cercare di raccontare la sua storia, senza enfasi, senza retorica, raccontando quello che di persona ho visto e sentito e che ho raccolto da chi lo aveva conosciuto bene, da chi lo aveva conosciuto superficialmente e da chi invece ne aveva solamente sentito parlare.”

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