Curiosità

E' novarese il papà della famosa "Barbie stella"

Bruno Testa ricorda: "In agenzia mi dissero 'la Mattel ha deciso che la disegni tu': è stato come se mi avessero chiesto di fare il logo di ILoveNewYork. Piccole soddisfazioni di un giovane apprendista"

E' novarese il papà della famosa "Barbie stella"
Pubblicato:
Aggiornato:

Mentre il film dedicato alla celebra bambola quest'estate ha riempito le sale cinematografiche, anche novaresi, i ricordi del mondo Mattel riaffiorano anche sotto la Cupola.

Testa, illustratore dell'agenzia Beldì

Nel 1975-76 un giovane apprendista grafico e illustratore, nell’agenzia Beldì, realizzava la vetrofania che indicava i negozi di giocattoli di fiducia, che vendevano Barbie: una stella con all’interno il volto incorniciato dai biondi capelli. Quel giovane era il novarese Bruno Testa. Lo racconta il settimanale NovaraOggi.

«In quegli anni - racconta Testa - in agenzia grazie a un importante lavoro di squadra, si pianificava la pubblicità dei prodotti Mattel, quindi Barbie ma anche Big Jim, sulle testate dedicate ai ragazzi da Topolino al Giornalino a Radio Corriere Tv, nonché alla rivista stessa di Barbie. Da noi arrivavano vere e proprie “vagonate” di bambole, in tutte le “versioni” dalla sposa alla modella e in sala posa si creava un set scenografico per scattare le fotografie. Se dovevamo simulare una sfilata, realizzavamo la scalinata, posizionavamo le stoffe, c’era chi si occupava di sistemare i capelli e gli abiti della bambola. Non esisteva ancora i piedistalli e per tenere in piedi Barbie occorreva inchiodarne i piedi ai piani di supporto».

La richiesta di Mattel

Testa aveva 21-22 anni quando Mattel chiese appunto una vetrofania per i punti vendita e lui ebbe l’idea giusta: «Stella e viso li ho disegnati su carta e colorati a tempera, con il pennello. Le curve con il tiralinea e il viso poi ritoccato con la china. A parte sono stati aggiunti marchio e logo. Le illustrazioni sono state fotografate e scansionate. Molto diverso dal lavoro a pc. In queste creazioni, la libertà è “condizionata” perché si ha uno stile-carattere da seguire e occorre rimanere nei canoni costruttivi però il grafico deve fornire armonia e compiutezza ed è stata una grande soddisfazione rendersi consapevole che un giovane grafico di Novara potesse lavorare per un grande marchio e avesse capito il gusto del cliente e cosa volesse comunicare, tanto da essere chiesto per le campagne successive».

Un’intesa tra grafico e committente che lascia il segno e determina una carriera, tanto che dopo l’agenzia Beldì, Bruno Testa ha continuato a seguire Mattel con l’agenzia Blow up di Arona e poi ha lavorato per Clementoni e ancora per Rizzoli con le storie di Hanna-Barbera: «Per me quello a Novara è stato un periodo favoloso che mi ha inserito nel mondo del giocattolo, che mi ha permesso di creare storie a fumetti. Insomma devo ringraziare Barbie e i colleghi che con me hanno lavorato fianco a fianco».

Testa ha apprezzato anche il film, «che prende spunto da un gioco per capire cosa c’è dietro, senza cadere nel ridicolo, con la giusta dose di ironia. Una comedy con punti di riflessione che non vengono forzati ma ci sono. Non potevo non andare al cinema a vederlo: Mattel mi ha accompagnato per anni nel mio mondo lavorativo».

Seguici sui nostri canali