Sindaco uscente di Borgo Ticino: "Il nostro è un paese da vivere"
Il primo cittadino si ricandiderà alle elezioni amministrative di questo autunno
Sindaco uscente Alessandro Marchese traccia un bilancio dei suoi 5 anni e lancia la candidatura per il futuro.
Sindaco uscente Marchese si racconta
Nel giugno del 2016 i borgoticinesi furono chiamati a votare e a scegliere la nuova Amministrazione comunale. A pochi mesi dalla fine del suo mandato, il sindaco Alessandro Marchese racconta i cinque anni vissuti da primo cittadino di Borgo Ticino, in quello che definisce il “suo” paese, la “sua” casa. "Essere sindaco di Borgo Ticino rappresenta per me esserne una guida, un punto di riferimento per la comunità - dice Marchese - vivo qui da sempre, conosco i miei concittadini e loro conoscono me. Fin da piccolo ho vissuto il paese, sono cresciuto percorrendo le sue strade, frequentando le scuole, i luoghi di aggregazione e le associazioni del territorio. Mi sono sempre sentito parte della comunità. Ed è ancora così. Qui ho deciso di costruire la mia famiglia, con mia moglie Ilaria e i nostri figli Filippo e Matteo. Durante le esperienze lavorative e personali che mi portano fuori dal paese, dentro di me c'è sempre quel vivido desiderio, il richiamo, di tornare a Borgo Ticino, a casa".
Una carriera in municipio e poi la candidatura a sindaco
Per diversi anni Marchese, geometra, è stato dipendente comunale nell'Ufficio tecnico proprio del municipio di Borgo Ticino, nel 2016 ha deciso di candidarsi a sindaco. "Fin dal 2000 ho svolto i miei compiti con dedizione, mi sono assunto le mie responsabilità, ma con un approccio meramente di un lavoratore - continua il primo cittadino - ero cosciente del fatto che il mio ruolo all'interno del Comune era limitato, ma più il tempo passava, maggiore esperienza acquisivo, più dentro di me maturava questo desiderio, questo senso del dovere, sentivo che avrei potuto dare di più per il mio paese. Era il momento di fare la mia parte, di dare vita a quell'idea di paese che ho sempre sognato e in cui credo ancora". A inizio mandato l'Amministrazione Marchese, in tema di politica di bilancio, ha preso un impegno nei confronti della cittadinanza: non avrebbe contratto mutui, se non strettamente necessari, in quanto sarebbero andati a pesare ulteriormente sulle casse comunali, già molto provate da una situazione debitoria pregressa. "Una promessa mantenuta, negli ultimi cinque anni abbiamo contratto un solo mutuo per la messa in sicurezza di alcune strade di 180mila euro - spiega il sindaco – inoltre, ogni anno, riusciamo a pagare circa 500mila euro dei mutui, riducendo, così, i debiti sulle spalle del Comune e quindi dei cittadini e a garantire servizi sempre più efficienti. In totale abbiamo pagato, al netto dei mutui rimborsati da Acqua Novara Vco spa, circa 2 milioni e 200mila euro".
L'attenzione ai fondi statali
Marchese ha ispirato il suo mandato a un’azione costante di ricerca e richiesta di contributi statali/regionali che ha fruttato fondi per un totale di circa 600mila euro, oltre agli introiti comunali ordinari. Marchese racconta di aver messo i cittadini al centro della sua Amministrazione, un obiettivo perseguito sia attraverso una rimodulazione degli uffici, sia rendendo i servizi più efficienti e semplici, grazie al lavoro e alla stretta collaborazione dei dipendenti comunali, sia riqualificando il patrimonio e le strutture esistenti. "Abbiamo stabilito una maggiore comunicazione con la cittadinanza - dice - ad esempio la pagina Facebook del Comune, seguita da molti, ha permesso di diffondere informazioni in modo diretto e costante, e si è dimostrata fondamentalmente utile durante la pandemia. Amministrare un Comune non è semplice, ci sono stati alti e bassi dall'inizio del mandato ad oggi tutto è cambiato. Sicuramente sono stati commessi degli errori, alcune situazioni non hanno avuto l'evoluzione o la conclusione che ci si aspettava, ma succede, non ci si deve fermare agli ostacoli, bisogna sempre andare avanti e fare, e così è stato. Saranno poi i cittadini a valutare il mio operato, ritengo di essermi impegnato molto, ho fatto il mio dovere, sono un sindaco presente e, cosa più importante, non ho mai perso di vista l'interesse pubblico. Sono sempre pronto ad ascoltare tutti, questo, però, non significa né dire sempre “sì” a tutto, né prendere decisioni basate esclusivamente su una mia considerazione personale. La lungimiranza di un amministratore non è solo fare ciò che ritiene giusto, deve valutare ciò che è davvero utile fare, rispondere alle effettive esigenze e ai bisogni della cittadinanza".
La prova della pandemia, il futuro e le elezioni
Da un anno e mezzo l’Italia intera sta affrontando una prova durissima, l'emergenza sanitaria causata dal Covid, e ciò che ne consegue a livello economico e sociale. "È stato - dice Marchese - e lo è ancora, un periodo difficile, delicato, la pandemia ha mostrato la nostra fragilità, nulla era più sotto il nostro controllo in questi lunghi mesi ho sentito che i miei cittadini avevano bisogno di me e sono proprio loro ad avermi dato la forza di andare avanti, di continuare a fare, per loro. Accanto a me c'erano i volontari che hanno scelto di dare loro stessi per aiutare e non lasciare soli i propri concittadini. Un gesto che deve essere valorizzato da tutti noi borgoticinesi. Il Coronavirus ha cambiato profondamente le persone, e non sempre in meglio, abbiamo vissuto momenti che rimarranno impressi dentro di noi per sempre. La gente ha provato la sofferenza, la perdita, la solitudine e allo stesso tempo ci ha costretti a rimettere in discussione tutta la nostra vita, ad essere forti per ricominciare, il lockdown non può diventare uno “status quo”, dobbiamo ripartire come individui e come comunità".
Borgo Ticino ha superato i 5mila abitanti, è uno dei pochi paesi del territorio che negli ultimi cinque anni è cresciuto di popolazione. "Borgo Ticino ha grossi margini di crescita, ma è arrivato il momento di fare un passo in avanti, un salto di qualità - continua Marchese - il paese deve aprirsi, dobbiamo partire dai nostri punti di forza, siamo in una posizione strategica, abbiamo dei servizi e delle strutture che possiamo potenziare, dobbiamo mostrare le nostre qualità a chi ci guarda, a chi viene da fuori, a chi vuole conoscerci, a chi ci sceglie come nuova casa. Borgo Ticino non deve essere solo un “dormitorio”, è un paese che vale la pena di vivere. E questo deve diventare un progetto unitario, condiviso dall'intera comunità. Un cambio generazionale è necessario, le famiglie borgoticinesi devono entrare nella “gestione” del paese, non possono essere solo soggetti passivi, solo spettatori paganti di un pubblico in sala, è ora, anche per loro, di salire sul palco. Lo dobbiamo fare per i giovani, per i nostri figli. Che tipo di paese vogliamo lasciare a loro? Comprendo che gli impegni familiari, lavorativi, i problemi quotidiani, siano tanti, ma immaginiamo che enorme risultato potremmo ottenere se più di 5mila borgoticinesi collaborassero, spinti da un fine comune, dalla voglia di fare davvero la differenza, di essere parte integrante della comunità". Presto, probabilmente ad ottobre, i borgoticinesi saranno richiamati alle urne per le elezioni comunali: il sindaco Alessandro Marchese si ricandiderà per il secondo mandato. "Nel corso di questi 5 anni sto riuscendo a realizzare la maggior parte delle proposte del programma elettorale, non con poche difficoltà, sono soddisfatto ma era solo l'inizio - conclude - ho messo le fondamenta su cui costruire il nostro futuro. E' importante mantenere ciò che è stato fatto, come lo è garantire una continuità. Nel prossimo mandato voglio guardare al futuro, voglio costruire una struttura solida, un paese solido. E lo voglio fare insieme alla mia comunità".