Paruzzaro: derubato con la truffa dell'abbraccio, il racconto
L'uomo stava andando a prendere il nipote a scuola.
Paolo Villa vive a Paruzzaro, e la scorsa settimana è stato derubato con la truffa dell'abbraccio da parte di una sconosciuta che l'ha avvicinato con una scusa: il racconto.
"Così mi hanno derubato con la truffa dell'abbraccio"
«Non ci si aspetta che accada una cosa del genere in un paese piccolo, la gente deve sapere che non esistono più i posti del tutto pacifici come qualche anno fa». Vi è sconforto nelle parole di Paolo Villa, che in via San Grato, non troppo lontano dalla propria abitazione, ha subito il furto di orologio e bracciale. Ironia crudele della sorte è che stava andando, a bordo della sua bicicletta, a prendere il nipotino a scuola: «Il punto si trova sulla via che conduce a Borgo Agnello - racconta - è una strada trafficata, questi malviventi non hanno paura della presenza di più persone. Ho visto una ragazza a bordo strada che mi ha chiesto di fermarmi, qualificandosi come "la figlia di Raffaele". Io non conosco nessun Raffaele, ma le ho dato corda per educazione, lei mi ha abbracciato, toccandomi le mani e parlando, accento albanese. Poi, ma il tutto è durato pochi secondi, ho cercato di allontanarla, era quello che aspettava, intanto mi sono accorto che mi mancava l'orologio. Lei ha fatto segno a una macchina, che stazionava a una ventina di metri da noi ed è giunta a prenderla, caricandola e portandola via. Guardando bene, ho capito che anche il braccialetto se n'era andato e ho pensato quanto sono bravi questi personaggi nel loro lavoro. Tratto il prossimo con cuore buono, da 20 anni faccio il volontario alla Croce rossa di Arona, i primi anni a Novara. L'istinto è di comportarmi in modo solidale in comunità a misura d'uomo come le nostre, ma da oggi uscirò di casa senza indossare niente di prezioso. Ringrazio il cielo che sul cestino della bici non ci fosse mio nipote, credo non si sarebbero fermati nei loro intenti neanche in un caso del genere. Con il piccolo mi capita di andare a pedalare su sentieri di bosco, adesso affiora un po' di paura. Ho tra l'altro saputo che il giorno prima lo stesso fatto è accaduto anche a Nebbiuno. Ancora oggi non mi capacito della velocità di esecuzione di quella ladra: non sono anziano, non mi ritengo uno stupido, nuoto e ho molti contatti sociali. Il nome Raffaele? Forse giocano su un nome qualunque per attaccare bottone. Quando, durante la denuncia, ho detto ai carabinieri la marca dell'orologio, hanno risposto che fa gola ai ladri. L'avevo con me da una trentina d'anni, ci ero legato a livello affettivo, faceva parte di me, lo comprai quando iniziai a lavorare con i primo soldi guadagnati. Mio figlio ha scritto un post sulla pagina Facebook di Paruzzaro per avvisare la gente di stare attenti».