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Agrate Conturbia piange la ex consigliera Julita

Negli anni della sindaca Rosetta Barberis fu capogruppo della minoranza cittadina

Agrate Conturbia piange la ex consigliera Julita
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Agrate Conturbia in lutto per la ex consigliera comunale Antonella Julita, l'ex dirigente della Provincia di Novara aveva 63 anni.

Una donna molto conosciuta nella sua comunità

"Poco prima di lasciarci mi ha detto che non aveva paura di morire, sapeva dove andava e con chi, la sua unica sofferenza era abbandonare noi famigliari". Inizia in questo modo il ricordo, particolarmente profondo, di Patrizia, sorella di Antonella Julita. Mancata a soli 63 anni, Antonella era guidata da principi incrollabili che hanno sempre orientato le sue azioni in famiglia, nella professione, nella politica locale e in mezzo alla gente.
Nata il 24 giugno 1959 ad Arona, si è spenta domenica 25 settembre. La compiangono oltre a Patrizia, che è medico, l'altro fratello Paolo, la nipote Beatrice, i cognati Carla e Bruno. Senza figli, era laureata in legge e lavorò a lungo come funzionario dirigente alla Provincia di Novara. Il padre Carlo era stato sindaco di Agrate Conturbia tra il 1951 e il '60.

La carriera come consigliera di opposizione

In paese, dopo aver provato per due volte a diventare sindaco, divenne capogruppo dell'opposizione della lista civica Vita nova, ai tempi dell'allora primo cittadino Rosetta Barberis. "Il sindaco Simone Tosi è legato ad Antonella soprattutto da suo padre Giuseppe, il quale fu amministratore agratese negli anni '70: «Con lei ho condiviso scelte e idee - dice - la percepivo come un'amica di cui avere stima e rispetto, vedeva le cose come vanno viste, ovvero in modo obiettivo. Non era la solita politica polemica, ma imparziale e rigorosa. Mio padre è stata in lista con lei e insieme tracciarono un percorso che mi ha insegnato molto".

Il ricordo della sorella

"Era una donna tenace, difendeva gli ideali di giustizia e trasparenza - continua la sorella Patrizia - odiava la corruzione e ha vissuto gli anni degli scandali con passione, andando in vari processi come teste. Non volle fare l'avvocato, per non essere poi costretta a difendere i colpevoli. Era tutta d'un pezzo, non conosceva elasticità, colori grigi e compromessi. Anche nell'ultimo anno e mezzo durante la malattia ha combattuto come una leonessa e già prima della sua scomparsa, da buona pragmatica, aveva preparato ciò che serviva dopo la sua dipartita. Era provvista di un senso civico inflessibile anche nella politica locale. Ad Agrate ha trovato amici che l'hanno supportata nelle battaglie e avversari che le riconoscevano sempre la sua correttezza. Il professore che la operò mi ha mandato una mail in cui racconta di aver conosciuto non solo una paziente, ma una persona speciale

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