Il destino della maialina Tina è ancora appeso a un filo
Il verdetto era atteso per lo scorso 13 dicembre ma i giudici del Tar ma si sono presi ancora qualche settimana di tempo
Tina potrà continuare a vivere o sarà soppressa? La decisione è appesa ad un filo.
Ancora qualche settimana per la sentenza del Tar
Sarebbe dovuto arrivare mercoledì 13 dicembre, l’atteso pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale del Piemonte sulla maialina vietnamita di Castelletto Ticino, suo malgrado finita nell’occhio del ciclone.
Per l’Asl di Novara, l’esemplare deve essere, infatti, abbattuto. I giudici del Tar, nel corso dell’udienza pubblica per la trattazione di merito del ricorso, svoltasi a Torino, hanno affrontato la vicenda nel merito, ma si sono presi ancora qualche settimana di tempo. Se ne riparlerà, dunque, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Trapela, però, che in caso di ricorso respinto, sarà presentato appello al Consiglio di Stato.
Un caso ormai famoso
Un caso, quello di Tina, che era scoppiato durante l’estate dello scorso anno e che, comprensibilmente, ha nel frattempo fatto il giro del web, destando la curiosità (e l’indignazione) di varie associazioni animaliste, la Lav su tutte.
Nei mesi scorsi, tanto per capire il “peso” di questa vicenda, era stata presentata una petizione, che ha nel frattempo superato quota 150mila firme. Scopo: chiedere al direttore generale dell’Asl di Novara, Angelo Penna, di ritirare l’imposizione di abbattimento dei Servizi veterinari.
Nata da un incrocio tra un maiale vietnamita, temporaneamente sfuggita al controllo della sua famiglia, e un cinghiale, Tina era stata adottata quando aveva solo poche settimane di vita da un castellettese, Gabriele Zanaldo, che aveva raccolto un disperato appello pubblicato su Facebook che chiedeva, in poche parole, di salvare la cucciolata indesiderata, Tina compresa.
Ma dopo poche settimane, forse per il tam tam sviluppatosi sui social, oppure a seguito della segnalazione di qualche vicino zelante, alla porta di casa di Zanaldo avevano bussato i veterinari della Asl di Novara, insieme ai carabinieri forestali e alla polizia provinciale. Era l’agosto del 2022. E lì erano iniziati i guai.
L'intervento dell'Asl
Nella prescrizione seguita al sopralluogo, infatti, veniva contestata dall’Asl la detenzione dell’animale ibrido, comminata una multa e richiesto di rinchiudere Tina, separandola dai cani con cui era cresciuta, per ragioni – così si apprenderà successivamente – “di biosicurezza nella strategia di prevenzione della diffusione del virus della Peste suina africana”.
Ad un controllo successivo, avvenuto il 23 gennaio 2023, gli stessi servizi veterinari, avendo rilevato l’assenza di una doppia recinzione, a quanto pare però non prescritta nel primo controllo, avevano imposto a Zanaldo di ucciderla. A quel punto il castellettese aveva chiesto l’aiuto di Rifugio Miletta, associazione di volontariato di Agrate Conturbia e Cras della provincia di Novara guidata della presidentessa Alessandra Motta che, grazie all’intervento dell’avvocato Angelita Caruocciolo, che difende Zanaldo, aveva presentato ricorso al Tar di Torino.
Il 6 marzo il Tribunale amministrativo regionale aveva accolto la sospensiva, riconfermandola successivamente il 19 aprile 2023.
L'udienza del 13 dicembre
L’altro ieri, dopo mesi e mesi di battaglie, non è stata scritta la parola fine, come speravano in molti.
Caruocciolo ha spiegato che il giudice ha voluto sapere quali sono le condizioni di Tina, evidenziando che l’animale non fa parte di un allevamento e sottolineando l’abnormità del provvedimento adottato che, a suo parere, sarebbe in contrasto con le norme comunitarie e nazionali. E’ stato aggiunto che non esisterebbe alcuna motivazione razionale che giustifichi il privare della vita un animale sano, equilibrato e gestito nel rispetto delle norme di biosicurezza. E lo scorso 13 dicembre a Torino ha parlato anche Motta.
Oggi Tina ha 21 mesi, pesa circa 110 chili, è sana e per ora (nella doppia recinzione costruita) potrà continuare a far parte della famiglia di Gabriele Zanaldo.