Lutto

Castelletto ha detto addio a "Daf", simbolo di dialogo e integrazione

Mamadou Diouf si è spento all'età di 53 anni: era un punto di riferimento per la comunità senegalese

Castelletto ha detto addio a "Daf", simbolo di dialogo e integrazione
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Quello per la scomparsa di Mamadou Diouf è un lutto che si fa sentire nel cuore di tutti i castellettesi, e non soltanto.

Lo racconta Il Giornale di Arona

Chi era "Daf"

Conosciuto semplicemente come “Daf”, era una persona speciale, in grado di creare un legame forte e diretto con chiunque. Un uomo buono, che sapeva parlare con tutti e che, nonostante le differenze culturali.

La notizia della sua morte, avvenuta all'età 53 anni, ha provocato grande dolore in tutta la comunità. Daf si era ammalato e da qualche tempo non era più così frequente vederlo per le strade del paese, come invece accadeva in passato. Ma tutti i castellettesi che hanno un minimo di memoria storica non possono non ricordare il suo volto sorridente, le numerose partecipazioni alle attività sociali del paese, le tante iniziative culturali e benefiche di cui era stato protagonista.

Arrivato in Italia dal Senegal nel 2000, aveva lavorato per un breve periodo come muratore e poi in una ditta meccanica fornitrice dell’attuale Leonardo (ai tempi Agusta). Nei primi anni ha vissuto a Sesto Calende, ma dopo qualche tempo si è trasferito sull’altra sponda del Ticino con la moglie Kambé Nini Sarr. Poi sono arrivati i due amati figli, Beatrice nel 2005 e Mohamadou Ramadane nel 2014.

Nel 2015 la cittadinanza italiana

Il 9 dicembre del 2015 arrivò finalmente il traguardo tanto atteso e per il quale aveva duramente combattuto duramente, quello del conferimento della cittadinanza italiana. «Sono arrivato qui dal Senegal con l’aereo nel 2000 - raccontò in quell’occasione - alle spalle avevo una lunga esperienza di studio che mi ha portato a laurearmi in Economia e commercio nel mio Paese d’origine. Ma una volta arrivato qui, ho scoperto che quel titolo di studio non valeva nulla in Italia. (...) Sono contentissimo di essere riuscito a ottenere la cittadinanza, è un traguardo per il quale ho lottato per anni e ora finalmente è diventato realtà».

L'impegno per la sua comunità

Per tanti anni Daf è stato la guida della comunità senegalese di Castelletto e leader di un’associazione che si batteva proprio per questi temi, Jappalante. Membro di spicco della comunità islamica, si è sempre battuto per organizzare momenti di condivisione e di apertura nei confronti delle altre realtà presenti sul territorio italiano. Significativo fu poi l’episodio in cui nel 2015 suo figlio Mohamadou, ancora neonato, interpretò Gesù bambino nella più castellettese delle tradizioni: il presepe vivente.

Il ritorno in Senegal

La malattia che lo ha colpito non gli ha purtroppo lasciato scampo. Nelle ultime settimane di vita è stato ricoverato all’hospice di Arona e ora la sua salma è tornata in Senegal grazie a una raccolta fondi spontanea organizzata dalla comunità castellettese per sostenere la famiglia. Il funerale è stato celebrato il 22 luglio, a Dakar.

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