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Lesa: proposta di cittadinanza onoraria per Liliana Segre

La senatrice a vita da tanto tempo ha una casa a Solcio

Lesa: proposta di cittadinanza onoraria per Liliana Segre
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Non tutti sanno che la senatrice a vita e testimone dell'Olocausto Liliana Segre ha una casa a Solcio di Lesa. Un legame, questo, che l'amministrazione comunale ha deciso di celebrare e ufficializzare.

La proposta

"Emozione unica". Con queste due eloquenti parole il sindaco di Lesa Luca Bona ha descritto il suo incontro con la senatrice a vita Liliana Segre nella sua casa di Solcio.

Un incontro avvenuto ieri, domenica 12, in una luminosa giornata di sole, alla presenza anche del vice sindaco Roberto Grignoli. Motivo dell'incontro anche l'ufficializzazione di una importante proposta: "Oggi ho portato i saluti di Lesa alla Senatrice a vita Liliana Segre, lesiana d'adozione da moltissimi anni, onorato di proporle la cittadinanza onoraria di Lesa" ha infatti spiegato Bona.

In attesa di conoscere maggiori dettagli sulla consegna dell'onorificenza, la notizia è stata accolta dalla popolazione con grande favore. Resta però il rimpianto espresso da qualcuno. C'è infatti chi considera questo riconoscimento un po' tardivo.

Una vita unica e straordinaria

Nata a Milano nel 1930, Liliana Segre rimane orfana di madre a un anno e mezzo. Ma il padre, Alberto Segre, non le farà mancare il suo amore incondizionato. Tutto viene stravolto dalle leggi razziali promulgate nel 1938 dal regime fascista: appena bambina viene espulsa dalla sua scuola elementare. In quel momento, come spesso ha raccontato nelle sue testimonianze scritte e orali, scopre di "essere ebrea", dato che la sua famiglia è laica.

Quando dopo l’8 settembre 1943 si cerca di deportare tutti gli ebrei italiani nei campi di concentramento. Liliana e il padre tentano di fuggire in Svizzera ma vengono catturati e portati in carcere a Varese, a Como e a Milano (San Vittore).

Nel gennaio 1944 i due partono dal Binario 21 di Milano verso il lager di Auschwitz-Birkenau, in Polonia: sono gli ultimi momenti che trascorrono insieme. Non si incontreranno più.

A tredici anni inizia a lavorare in una fabbrica di munizioni all’interno del campo; al braccio ha tatuato il numero 75190. Ci rimarrà fino al 27 gennaio 1945, quando l’Armata Rossa entra nel lager. Tornerà a Milano a piedi.

Per quasi cinquant’anni terrà per sé l’esperienza dell’Olocausto, poi, alla nascita del primo nipote, nel 1990, inizia a raccontare la Shoah nelle scuole.

Il 19 gennaio 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha nominata senatrice a vita, mentre dal 30 ottobre 2019 è alla guida della Commissione contro il razzismo e l’antisemitismo.

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