Ambiente

Potature ad Arona: la lettera di protesta di una cittadina

Ancora un gesto di protesta nei confronti della pratica delle capitozzature

Potature ad Arona: la lettera di protesta di una cittadina
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Continua a far discutere il tema delle potature selvagge ad Arona. Questa volta è una cittadina a scrivere al Comune chiedendo di cambiare strategia per la cura degli alberi.

Una lettera contro le capitozzature

E' una lettera che va a toccare ancora una volta un tema molto discusso quella che una cittadina in visita ad Arona, Tullia Nastri, ha deciso di indirizzare al Comune per chiedere di modificare la strategia utilizzata nella cura degli alberi. "Sabato scorso , venuta in giornata ad Arona - scrive - ho avuto la spiacevolissima sorpresa di vedere quello che era un viale alberato, in ingresso alla città, ridotto ad una raccapricciante sfilata di tronchi privati di TUTTI i rami".

"E' un grave errore"

"Uno scempio indecoroso - prosegue la mail - ingiustificato (se non perché si antepone il risparmio economico al benessere degli alberi) e dannoso. Ormai in tutti i Regolamenti del verde, pubblico e privato, la capitozzatura è espressamente VIETATA, per ragioni scientificamente comprovate. Ormai il danno è fatto, purtroppo. Si spera che questa Amministrazione si renda conto al più presto del grave errore commesso e che eviti di continuare a farne".

Il problema era stato sollevato anche dall'esperto Giancarlo Fantini

E non è la prima volta che si parla di questo tema in città. A sollevare la questione, in occasione delle potature sugli alberi della città, è sempre il professore ed esperto di botanica Giancarlo Fantini, che ha segnalato un problema estremamente importante legato agli alberi di via Monte Pasubio. "Ciò che ho fotografato - spiega Fantini - è un caso ancora più grave rispetto a ciò che ormai abitualmente viene fatto a tutti gli alberi dei viali cittadini attraverso le potature selvagge. In questo caso vediamo un albero che dopo ripetute potature è semplicemente “morto in piedi”. Gli addetti hanno deciso di lasciarlo lì dove si trova, legandolo per stabilizzarlo a un altro albero poco distante. Il tutto è reso ancora più grave dalla constatazione che con ogni probabilità quell’albero è morto per cancro colorato del platano, una patologia altamente contagiosa per gli altri alberi e che probabilmente in futuro ucciderà tutti i platani del nostro lago. Bisogna intervenire subito".

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