Attimi di terrore quel giorno

Seminò il panico nell'aronese con un fucile: riconosciuta la semi infermità

Si trova in carcere a Cuneo

Seminò il panico nell'aronese con un fucile: riconosciuta la semi infermità
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E’ stata discussa mercoledì 21 giugno al tribunale di Verbania l’integrazione di perizia psichiatrica disposta dalla gup Rosa Maria Fornelli e affidata al dottor Elvezio Pirfo, per valutare la capacità e la pericolosità sociale di Gabriel Girardet, il 31enne ex militare svizzero con simpatie neonaziste, in carcere da otto mesi a Cuneo, che l’8 ottobre 2021, armato di una carabina d’ordinanza dell’esercito, aveva seminato terrore ad Arona e lungo la statale 33 del Sempione.

I dettagli

Il professionista torinese ha depositato il suo documento dopo analogo esame già svolto in precedenza da un collega della provincia di Varese. E’ emerso, sostanzialmente, che l’elvetico (comparso in aula solo in videocollegamento, viste le intemperanze precedenti: aveva tentato evasioni e creato problemi a Verbania, Torino, Novara e Genova) pur non potendo essere ritenuto sano, non è totalmente incapace. Seminfermità mentale, è la diagnosi. All’esame del consulente, va detto, sono stati portati anche i documenti giunti dalla Confederazione elvetica, che l’ha congedato dall’esercito dichiarandolo inabile. Considerato, pertanto, che il vizio totale di mente non può essere applicato, è stata già fissata per luglio una nuova udienza preliminare.

QUI IL VIDEO DA BRIVIDI DI QUEL GIORNO

Nel corso della penultima il sostituto procuratore Nicola Mezzina, titolare del fascicolo, aveva formalizzato anche le integrazioni ai capi di imputazione già formulati: si va dalla tentata rapina alla resistenza e alle lesioni aggravate, passando per la minaccia grave e per l’infrazione alle norme sulle armi. Nel raid di quel venerdì pomeriggio, al volante di una Volkswagen Golf con targhe risultate rubate, il 31enne aveva cercato di speronare e speronato una quindicina di macchine che incrociava, mandando al Pronto soccorso alcune persone, tra cui un bambino. Prima avrebbe cercato di rubare un’auto in un distributore, puntando il fucile agli occupanti e danneggiando il parabrezza posteriore nel momento in cui stavano fuggendo. Era a torso nudo e pare sotto l’effetto di cocaina, quando i carabinieri lo avevano arrestato sulla 33, nei pressi di Villa Pallavicino a Stresa dove si era schiantato, trovando nel bagagliaio della vettura simboli nazisti e cartucce però non compatibili con l’arma che aveva.

Per l’avvocato Elda Gerace, che lo difende e che potrebbe ricorrere al rito abbreviato, non farebbe parte di gruppi inneggianti al Terzo Reich. Il pm Fabrizio Argentieri dopo la perizia di Pirfo ha chiesto la scarcerazione da Cuneo e l’inserimento nella Rems nel Canavese. Lì dovrebbe restare 6 mesi, con rivalutazione clinica alla fine di quel periodo. Su questa richiesta il gup Fornelli s’è riservata una decisione entro 5 giorni. Nel procedimento sono costituite parti civili un agente della polizia penitenziaria ferito in cella e alcuni automobilisti minacciati.

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