Il ricordo dei figli

Arona addio al prof Pietro Robberto

"Nostro padre amava molto la sua professione di docente, perché adorava le materie che insegnava e ne aveva fatto la sua ragione di vita".

Arona addio al prof Pietro Robberto
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Il professor Pietro Robberto, mancato all’età di 90 anni nella sua abitazione nella notte tra sabato e domenica scorsi, era una vera e propria istituzione ad Arona, dove era molto conosciuto, non solo nel mondo della scuola, ma anche in quello dello sport.

Pietro Robberto

Nato a Messina nel 1932, penultimo di sette fratelli, dopo gli studi liceali e la laurea in matematica e fisica, negli anni ‘60 si era trasferito al Nord per insegnare all’istituto tecnico Cobianchi e poi al Magistrale di Gozzano. Era infine approdato stabilmente ad Arona, dove aveva intrapreso una lunga carriera, dapprima come docente della locale scuola media Giovanni XXIII e successivamente dell’allora liceo classico Pietro D’Anghiera, prima di arrivare al liceo scientifico Fermi di Arona, dove ha trascorso il periodo più lungo della carriera, che si è conclusa con il pensionamento a 67 anni.

"Era nato in Sicilia, ma si sentiva a tutti gli effetti un aronese perché apprezzava il lago, la città e in particolare Corso Europa, dove fino a che ha potuto andava a passeggiare. Nostro padre amava molto la sua professione di docente, perché adorava le materie che insegnava e ne aveva fatto la sua ragione di vita - ricordano i figli Elisa e Maurizio- oltre alle materie scientifiche apprezzava altre discipline come la filosofia, la geografia astronomica e l’economia".

E poi gli piaceva molto il calcio e stare con i giovani, per questo aveva creato il campo di calcio nella periferia della città, libero e aperto a tutti, senza vincoli, né tessere. "Ad Arona era noto per aver fondato, insieme ad alcuni appassionati amici del football, il campo di calcio amatoriale detto della “Laica”, lungo la statale in ingresso ad Arona, dove si sono giocati tornei e partite fiume, prima che la cementificazione edilizia spazzasse via la struttura a inizio anni ’90 - prosegue il figlio- lì per tutti era “Il Prof”. Nonostante la delusione, non si era però arreso e continuò a giocare a calcio fino all’età di 65 anni nelle varie gare amatoriali a Ghevio, Lisanza e poi a Gattico".

Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo molto diretto e mai ipocrita, allergico al compromesso, sicuramente originale e non banale. Era una persona generosa e di cuore, anche se poteva sembrare severo o burbero. "Ricordiamo che quando una nostra zia morì nel 1985 lasciando il suo cane di grande taglia, non potendolo portare a casa e volendo evitare che finisse in un canile o soppresso, papà lo accudì tutti i giorni per anni portandogli ogni giorno il cibo e la sua compagnia".

"Pur avendo goduto sempre di una buona salute, negli ultimi mesi varie malattie lo avevano reso invalido. Dipendeva dagli altri e questo lo faceva stare male, lui che aveva sempre cercato di essere autonomo – conclude il figlio – il declino era iniziato dopo un banale incidente in auto nel cortile di casa, da cui era uscito illeso. A inizio novembre era stato però colpito da una trombosi e dopo il ricovero al Dea di Borgomanero aveva contratto il Covid alla clinica San Carlo, ma lo aveva superato ed era tornato a casa a fine mese. A fine anno però è sopraggiunta una bronchite. Era guarito, ma era molto debilitato e dopo l’Epifania ha iniziato a non bere e non mangiare più. Lui voleva morire nel suo letto e nel sonno e così è stato. Lascia un grande vuoto in tutti noi e soprattutto in mia madre Lucia e nel nipotino Davide".

Dopo la cerimonia funebre che si è tenuta mercoledì 18 gennaio in Collegiata, la salma è stata tumulata nel cimitero di Mercurago. Concludendo, ci piace accostare il suo nome a quello di Sandro Bottelli, altro noto docente storico di matematica e fisica di Arona, deceduto a 82 anni lo scorso giugno.

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