Giustizia

Soffia nell'etilometro ma sfugge alle sanzioni: il caso di fronte al giudice

Sarà il tribunale a stabilire che cosa era accaduto il 1° dicembre del 2021

Soffia nell'etilometro ma sfugge alle sanzioni: il caso di fronte al giudice
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Soffia nell'etilometro e riesce in qualche modo a sfuggire alle sanzioni, ma sulla vicenda le forze dell'ordine hanno un'altra opinione, e allora sarà un giudice a decidere.

Un caso spinoso

Sfugge all’alcoltest utilizzando uno stratagemma, oppure le “macchine” erano guaste? Riprenderà a febbraio 2023 per discussione e sentenza – salvo imprevisti – il processo in corso di svolgimento al tribunale di Verbania che vede a giudizio un 38enne che abita a cavallo tra le province di Vco e Novara e che risponde di guida in stato di ebbrezza.

Un episodio insolito

Il fatto al centro del procedimento risale al 1° dicembre del 2021 quando l’uomo, attorno alle 17.30, era stato protagonista di un incidente autonomo nella zona dell’alto Cusio. Sul posto era intervenuta la Polstrada che, insospettitasi per lo stato del conducente, lo aveva sottoposto al test dell’etilometro. Inizialmente il 38enne era risultato positivo, con tasso di 1,21 grammi per litro. Era necessaria, però, una seconda prova di consegna e lì era iniziato l’inatteso “calvario”, che si sarebbe poi protratto fino a sera. L’automobilista, infatti, aveva soffiato per ben 13 volte, ma la “macchina” aveva restituito altrettanti messaggi di errore. Così erano stati chiamati i carabinieri per ripetere l’operazione, ma con etilometro “nuovo”. Numerose prove, però, avevano dato uguale esito: volume insufficiente e test inconcludente. Non portato, insomma, a termine. Dal momento del sinistro erano trascorse circa 4 ore e gli agenti avevano deciso di chiudere il controllo archiviandolo come rifiuto a sottoporsi all’alcoltest da parte dell’uomo, che è stato così incriminato.

Le due tesi a confronto

Secondo l’accusa, sostanzialmente, l’imputato non avrebbe volutamente soffiato la giusta quantità d’aria nell’etilometro, impedendogli di fatto di funzionare in maniera corretta. Lui, assistito dall’avvocato Gabriele Pipicelli, nega questa tesi. Compito del giudice sarà, dunque, stabilire se ci sia stato un (doppio) guasto del macchinario, o se abbia invece prevalso la malizia dell’automobilista.

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