Capace di intendere e volere

Il caso "Rambo Svizzero" in tribunale: lui sarà in collegamento a causa della sua pericolosità

Ora è in carcere a Cuneo

Il caso "Rambo Svizzero" in tribunale: lui sarà in collegamento a causa della sua pericolosità
Pubblicato:

Gabriel Girardet, il “Rambo svizzero” che l’8 ottobre dell’anno scorso aveva seminato il panico ad Arona e lungo la statale del lago minacciando gli automobilisti con un fucile da guerra e speronando una quindicina di vetture - alcuni malcapitati sono finiti all’ospedale -, andrà davanti al gip del tribunale di Verbania il 15 marzo.

La perizia

E’ stata fissata l’udienza che servirà al giudice per decidere cosa fare. Secondo la perizia psichiatrica, va detto, è “capace di intendere” e dunque in grado di sottoporsi a giudizio. Attualmente detenuto nel carcere di Cuneo, Girardet si è reso protagonista in queste settimane di tre aggressioni, con calci, pugni e morsi, ai danni di agenti della polizia penitenziaria.

Prima di Cuneo è stato dietro le sbarre a Novara, al Lorusso Cotugno di Torino e a Genova, sempre creando guai e scompiglio e danneggiando gli arredi della cella. E dagli atti dell’indagine sarebbero emersi nuovi particolari. Quel sabato pomeriggio del 2022 l’elvetico avrebbe anche puntato il fucile contro due stranieri che si trovavano a bordo di un’auto ad Arona, intimando loro di scendere. Solo la prontezza di spirito del conducente (e il fatto che le portiere della macchina fossero chiuse), ha permesso a quanto pare di evitare il peggio.

Girardet è comunque riuscito con il calcio della carabina a colpire i finestrini posteriori, mandandoli in frantumi. La stessa arma che più tardi ha puntato a diversi passanti davanti alla stazione di servizio di Arona e ai carabinieri di Stresa. A causa dei suoi comportamenti, lo svizzero prenderà parte (salvo sorprese) all’udienza del 15 marzo a distanza. E’ accusato di porto illegale di arma da guerra, resistenza a pubblico ufficiale, minaccia aggravata e lesioni personali. Durante quelle due ore folli lungo la statale del lago Maggiore, a torso nudo, sotto l’effetto di cocaina e imbracciando una carabina armata con una lunga baionetta, Girardet aveva minacciato i clienti di un distributore aronese e i passanti delle vetture incrociate, fermandosi solo quando la sua Volkswagen Golf si era schiantata contro un muretto.

Poi l’arresto, non facile, e lui che aveva dichiarato di dover andare da un conoscente a Cipro per chiudere un’operazione di contrabbando armi, tanto che nel bagagliaio della vettura erano stati rinvenuti simboli nazisti. Secondo il professionista varesotto che lo ha visitato, lo svizzero presenta “un disturbo antisociale della personalità, ma non ha nessuna patologia psichiatrica”. Le indagini a suo carico sono state affidate al sostituto procuratore del tribunale di Verbania, Nicola Mezzina.

Seguici sui nostri canali