Nonno di Eitan parla in tv: nuovo capitolo della vicenda sul superstite del Mottarone
Samuel Peleg intervistato da Giletti a "Non è l'arena" ha spiegato le sue ragioni. Ma il Tribunale riconosce come legale affidataria la zia Aya.
Il nonno di Eitan parla in tv: nuovo capitolo nella triste vicenda del bambino sopravvissuto alla tragedia della funivia di Stresa e che ora si ritrova "sballottato" fra le famiglie che vogliono accaparrarsene l'affido. Lo riferiscono i colleghi di Prima Pavia.
Il clamoroso rapimento
Dopo il clamoroso "rapimento" del piccolino da parte del nonno israeliano, il Tribunale internazionale dei diritti dei minori ha dato ragione alla zia affidataria Aya che vive a Travacò Siccomario. Oggi il nonno Samuel Peleg, responsabile secondo l'accusa del reato "sottrazione di minore" ha voluto spiegare le proprie ragioni. E lo ha fatto pubblicamente azzardando l'intervento in televisione alla trasmissione "Non è l'arena" condotta da Massimo Giletti. L'uomo ha abbozzato una linea di difesa piuttosto scricchiolante, per la verità, che forse sarà riproposta con le dovute revisioni anche in sede di dibattimento. La sua tesi, quindi, per il momento è che non sapeva di commettere un reato portando via Eitan dall'Italia.
Le parole del nonno
Queste in sintesi le sue parole:
"Non sono d'accordo che ho fatto una cosa illegale. Io rispetto la legge, educo i miei figli a rispettare la legge. Tutto quello che ho fatto è alla luce del sole. Non sapevo che ci fosse un divieto di espatrio. L'ho saputo per la prima volta in Israele durante il processo. Ho fatto le cose in modo legale. Se avessi saputo che c'era qualcosa di illegale, non l'avrei fatto. Aya non mi ha mai aggiornato e io ho pensato che non c'era bisogno di aggiornare lei. Io penso che un giorno Eitan saprà che ho cercato di salvarlo".